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Nonostante la sua frequenza, numerosi sono i problemi che solleva il TE in particolare, la stessa definizione della malattia non è chiara.
Secondo Kligman, a cui si deve la prima descrizione (1961), il TE è una sindrome la cui caratteristica clinica è l’aumento della caduta dei capelli senza che si manifesti un chiaro diradamento. Un paio d’anni dopo, Headington lo definì come risultato di una perturbazione del ciclo del pelo che si manifesta con un’aumentata caduta di capelli in telogen. Per Whiting (1996), il TE è una forma di caduta diffusa di capelli che interessa l’intero cuoio capelluto senza un evidente causa. Tutte queste definizioni sono parziali, ma sottolineano due punti cruciali: l’aumento del numero di capelli in telogen che vengono persi e che la caduta non è ristretta alle zone tipiche dell’alopecia androgenetica.
La forma acuta (che è quella descritta da Kligman) è rara o almeno non giunge al dermatologo perché intercettata da medici di famiglia farmacisti o parrucchieri e per sua natura guarisce spontaneamente in poche settimane, giustificando le più svariate e assurde “terapie”.